Descrizione
Questa mattina è stata inaugurata a Otranto la nuova Caserma sede della Compagnia e della Sezione Operativa Navale della Guardia di Finanza, alla presenza di autorità civili e militari.
L’immobile di circa 1500 metri quadrati, costruito con i più moderni standard di qualità, è dedicato ai finanzieri Daniele Zoccola e Salvatore De Rosa che hanno dato la propria vita per servire lo Stato e difendere la legalità.
Una cerimonia solenne che ha visto la presenza del Comandante Interregionale dell’Italia Meridionale, Gen. C.A. Vito Gianpaolo Augelli, e del Prefetto di Lecce, Dr. Natalino Domenico Manno.
Il sindaco Francesco Bruni, nel suo intervento, ha ricordato quando “il presidio delle fiamme gialle ad Otranto era rappresentato dalla piccola sede della brigata litoranea e dalle motovedette ormeggiate nel porto. Era una presenza che non aveva i numeri di oggi, ma era pur sempre il segno tangibile della volontà dello Stato di interessarsi di noi.
Ai ricordi lontani delle motovedette impegnate nel contrasto del contrabbando di sigarette si sovrappongono le foto, i video, gli articoli della stampa collocati negli anni tra il 1991 e i primi del 2000, allorché il nostro mare registrò l’arrivo dei primi migranti e, insieme a quel fenomeno epocale, l’esigenza di prevenire altri tipi di traffici provenienti dai Balcani. Proprio per fronteggiare e risolvere questo tipo di nuovi fenomeni, gli uomini e le donne delle fiamme gialle in Otranto crebbero notevolmente”.
“Facendomi interprete dei sentimenti della comunità idruntina voglio oggi, in questa nuova sede, ringraziare tutto il personale delle fiamme gialle di Otranto che ha prestato servizio negli ultimi decenni”, ha proseguito il primo cittadino. “Il loro lavoro ha rappresentato un importante e insostituibile presidio di legalità nel territorio, insieme alle altre forze di polizia”.
Il sindaco Bruni ha poi ricordato i compianti Salvatore De Rosa e Daniele Zoccola: “A loro va oggi il commosso pensiero della civica amministrazione e della comunità da me rappresentata. Il loro sacrificio deve costituire per le generazioni future del nostro territorio un fulgido esempio di cosa significa essere servitori dello Stato in un contesto in cui il valore della persona umana è oggetto di cruenta e disumana mercificazione.
In un momento in cui un pensiero relativista induce molti a non credere più nel valore unificante dello Stato, in un dibattito pubblico sempre più contraddistinto da inutili polemiche tra fazioni contrapposte che indeboliscono le istituzioni, ricordare la figura di due valorosi uomini che hanno sacrificato la propria vita per adempiere al proprio dovere è quantomai necessario”.