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Personale di grafica e pittura da “La Grotta dei cervi” di Antonio Zaminga                           

Dettagli della notizia

Dal 20 giugno al 15 settembre 2025 nel Castello Aragonese di Otranto.

Data:

19 Giugno 2025

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Descrizione

Sarà inaugurata domani, 20 giugno alle ore 17.00, la personale di grafica e pittura da "La Grotta dei cervi" di Antonio Zaminga, a cura di Gigi Zaterini, nel Castello Aragonese di Otranto fino al 15 settembre 2025.
Le prime opere riguardanti lo studio e la rielaborazione delle pitture della Grotta dei cervi risalgono al 2001 e da due acqueforti è iniziato un percorso non ancora terminato. "Il Salento con i suoi colori ha caratterizzato la mia ricerca pittorica, inizialmente figurativa in seguito astratta per arrivare, in anni recenti, a utilizzarle entrambe: da una parte il racconto, la storia e lo stile figurativo, dall’altra il segno, la forma e quindi l’astrazione", dice Antonio Zaminga. "L’aspetto importante testimoniato dal ciclo di pitture della Grotta dei cervi è il processo di astrazione ormai consolidato. La nascita di un pensiero astratto e simbolico che prefigura l’alfabeto e la scrittura che, attraverso contaminazioni e scambi tra culture diverse, caratterizza da  secoli il mondo mediterraneo. A interessarmi delle pitture della Grotta dei cervi non è stato il fattore antropologico, ma il significato che nella pratica delle discipline grafiche e pittoriche viene dato al segno che può essere di volta in volta scrittura o di-segno e il rapporto tra esso e il colore. Nel corso dell’elaborazione di questo ciclo, le “Osservazioni sui colori” di Wittgenstein sono diventate un punto di riferimento e sull’esempio del testo ho iniziato a vedere il colore preso singolarmente e alla sua percezione da sempre unita all’esperienza psichica. Passare dai segni della grotta alla pittura da cavalletto cambia non solo il luogo fisico, ma la struttura stessa del linguaggio adoperato. Il ciclo risponde all'esigenza di riappropriazione di una scrittura del passato inserita in un nuovo contesto".

"La produzione pittorica di Antonio racconta di una riflessione profonda, sia sulla luce, sia sul campo, che nelle forme", scrive in una nota Pasquale Urso, Fondatore del Torchio “La Stella”, fucina d’arte dal 1974 nel cuore di Lecce. "Antonio è un artista salentino e, come tale, ha guardato attorno a sé sino a plasmare, con i suoi colori mediterranei, forti, a volte violenti, le sue ultime opere. Egli ha visitato la Zinzulusa, ha certamente visto la Romanelli. Ha vissuto in Terra d’ Otranto, un territorio dove lui è immerso. Così, ha seguito certamente la scoperta, alcuni decenni fa, in quel di Porto Badisco, di una grotta abitata nel Neolitico. Ha vissuto sin d’allora di una visione già creata dall’uomo con il guano, nella Grotta dei cervi. Antonio ha sentito il suono lontano del graffitaro che, con torce improvvisate, ha lasciato quei segni. Ha sentito il richiamo di questi uomini di millenni fa che lo hanno cooptato in un abbraccio, questa volta pittorico e cromatico".

Ultimo aggiornamento: 19/06/2025, 13:22

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